Bandiera di combattimento
  Alla Marina è stato concesso nel 1904, con Regio Decreto, che ad ogni nave da Guerra sia consegnata una bandiera che prende il nome di Bandiera di Combattimento. Essa deve essere di forma rettangolare, di foggia di ottima qualità o di stoffa di seta, portante la scritta in bianco Bandiera di Comattimento ed è custodita nell'appasito cofano nell'alloggio del comandante o dell'ammiraglio.
La bandiera di Combattimento dovrà alzarsi sempre in combattimento, nelle grandi solennità ed allorquando è presente a bordo il Presidente della Repubblica.
La bandiera di combattimento, rappresenta l'anima della Nave, oltre ad essere l'emblema sacro ed intangibile della nazione.

Da il Notiziario della Marina 6 Giugno 2009

bandiera combattimento
I bellissimi cofani, vere e proprie opere d'arte, con le rispettive Bandiere delle Navi della Marina Militare del passato, sono custoditi a Roma, al Vittoriano, nel Sacrario delle Bandiere

STORIA DELLA BANDIERA DELLA MARINA MILITARE

Il proclama di Carlo Alberto del 23 marzo 1848, che istituiva la nuova bandiera tricolore del Regno di Sardegna, si riferiva alle bandiere per le nostre truppe, quindi per l'Esercito ma non per la Marina, per la quale si provvide con il Regio Decreto del 15 aprile 1848 che disponeva:

"volendo che la stessa bandiera che quale simbolo dell'unione italiana, sventola sulle schiere da Noi guidate a liberare il sacro suolo d'Italia, sia inalberata sulle Nostre Navi da Guerra e su quelle della marineria mercantile...ordiniamo:
le Nostre Navi da guerra e della marineria mercantile inalbereranno, quale bandiera nazionale, la bandiera tricolore (verde, bianco e rosso) con lo scudo di Savoia al centro. Lo scudo sarà sormontato da una corona per le navi da guerra."

bandiera

Al momento della costituzione della Marina italiana (17 marzo 1861), le navi inalberavano la bandiera nazionale, cioè il Tricolore verde, bianco, rosso, con lo scudo sabaudo con bordo azzurro, sormontato dalla corona reale. Il 30 dicere 1939, il Ministero della Marina chiese, poi, alla Consulta Araldica del Regno d'Italia la concessione di uno stemma per la Regia Marina. Alla lettera di richiesta, il Sottosegretario di Stato alla Marina, ammiraglio Domenico Cavagnari, allegava una bozza dello stemma che proponeva asserendo che lo stemma stesso riuniva gli emblemi caratteristici della Marina imperiale di Roma, delle antiche Repubbliche marinare italiane e della Marina imperiale. Ai quattro stemmi che ricordavano il passato medievale, doveva essere unito un emblema per ricordare che la Marina era ora imperiale e quindi, in cuore, sovrapposto ai quattro quarti (dove erano gli stemmi delle Repubbliche marinare), inserisce lo scudo sabaudo affiancato da due fasci littori, inoltre per simboleggiare l'origine della marineria di Roma, lo stemma e' sormontato dalla Corona turrita e rostrata, emblema di onore e di valore che il Senato romano conferiva ai duci di imprese navali. Lo stemma, a forma sannitica, è contornato, per significare l'unione simbolica delle quattro marinerie, da una bordura di cavo torticcio, elemento proprio della architettura veneta.

Nonostante l'entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno 1940, l'iter burocratico proseguì il suo corso, e così, circa un anno e mezzo dopo, con Decreto Reale del 25 aprile 1941 - anno XIX E.F. n. 3107, registrato alla Corte dei Conti il 5 giugno successivo, lo stemma araldico venne concesso e riportato nella pubblicazione DCN 105 Norme riguardanti emblemi, distintivi e nome da applicare sulle RR. Navi, edizione marzo 1942. La blasonatura dello stemma riportata nel Decreto Reale del 25 aprile 1941 è la seguente :

Inquartato: al I (Marineria Veneta) di rosso al leone di S. Marco con la spada e con il libro degli Evangelisti chiuso, quale si usava in tempo di guerra; al II (Marineria Genovese) d'argento alla croce di rosso; al III (Marineria Amalfitana) d'azzurro alla croce biforcata d'argento; al IV (Marineria Pisana) di rosso alla croce pisana d'argento; sul tutto l'insegna Sabauda affiancata da due fasci littori d'oro. Lo scudo sarà contornato da un cavo torticcio d'oro e sormontato da una corona formata da un cerchio con motivi alternati di rostri e di ancore romane, cimato da quattro torri (tre visibili) merlate alla guelfa, fiancheggiato da due prore rostrate che sporgono lateralmente, il tutto d'oro.

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Con l'avvento della forma repubblicana, a seguito del referendum istituzionale, venne soppresso lo stemma Sabaudo caricato nel drappo di bianco del tricolore, con il Decreto Legislativo Presidenziale 19 giugno 1946. Purtroppo il semplice Tricolore di verde, di bianco e di rosso inalberato sulle navi militari e mercantili italiane provocava non pochi equivoci, visto che anche  il Messico, issa una bandiera Tricolore di verde, di bianco e di rosso. Venne perciò incaricato il Consiglio Superiore della Marina di proporre un simbolo da applicare sul drappo di bianco del Tricolore e la scelta cadde nello stemma concesso alla Marina Militare con R.D. 25 aprile 1941, n. 3107. Per quanto sopra, il Capo Provvisorio dello Stato, in data 9 novembre 1947, decretò la nuova Bandiera della Marina Militare, con lo stemma concesso nell'aprile del 1941, da caricare nel drappo centrale di bianco, ovviamente privato dello scudetto Sabaudo, con due fasci littori d'oro per sostegni, sopra il tutto. Le nuove Bandiere vennero issate sulle navi militari e nei distaccamenti della Marina, per la prima volta, il 30 novembre 1947. Da notare che per le navi della Marina Mercantile, lo stemma è il medesimo, ma privo della corona turrita e rostrata.

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In questa pagina trovi la storia della bandiera della M.M. e la bandiera di combattimento della M.M.
LA BANDIERA DI COMBATTTIMENTO

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